Le procedure doganali svolgono un ruolo cruciale nel commercio internazionale, garantendo che le merci che entrano o escono dai confini di un paese siano conformi alle normative legali e fiscali. Queste procedure comprendono la documentazione, le formalità e le dichiarazioni adeguate richieste per le importazioni e le esportazioni. Questo articolo approfondisce gli aspetti essenziali delle rotte doganali, delle dichiarazioni doganali, della documentazione di esportazione e delle loro varie funzioni.
Dichiarazioni e procedure doganali
Le dichiarazioni doganali sono dichiarazioni formali presentate da individui o aziende alle autorità doganali durante l’importazione o l’esportazione di merci. Queste dichiarazioni costituiscono la base delle procedure doganali e garantiscono che la circolazione delle merci rispetti le normative nazionali e internazionali.
L’importanza delle formalità doganali
Secondo il Codice doganale dell’Unione (UCC), le formalità doganali comprendono tutte le operazioni condotte da individui e autorità doganali per conformarsi alle leggi doganali. Queste formalità sono più che semplici pratiche burocratiche; sono la spina dorsale per garantire che le merci siano correttamente dichiarate, classificate e trattate.
Dichiarazione doganale
Una dichiarazione doganale è un documento ufficiale presentato alle autorità doganali, che esprime l’intenzione di sottoporre le merci ad uno specifico regime doganale. Questo atto comporta alcune responsabilità, tra cui garantire l’accuratezza e la completezza delle informazioni fornite. La dichiarazione deve anche essere in linea con le normative doganali, come delineato in vari articoli dell’UCC.
Procedure di esportazione in primo piano
Questo articolo tratta principalmente il processo di esportazione, che prevede i seguenti passaggi:
- Preparazione dei documenti di esportazione – Ciò include la raccolta di fatture, polizze di carico e tutti i permessi necessari.
- Presentazione della dichiarazione doganale – La dichiarazione deve indicare la merce esportata e il regime doganale applicabile.
- Finalizzazione del processo – Le merci vengono sdoganate per l’esportazione una volta che l’autorità doganale esamina la dichiarazione e i documenti giustificativi.
Componenti chiave della dichiarazione di esportazione
Una dichiarazione doganale completa ha molteplici scopi. Non è semplicemente un mezzo per notificare alla dogana le merci che lasciano il paese; ha anche diverse importanti funzioni:
- Funzione doganale: Le dichiarazioni doganali servono come strumento per le autorità doganali per monitorare il commercio internazionale. Presentando la documentazione necessaria, le aziende garantiscono che le loro merci siano conformi alle normative doganali.
- Funzione fiscale: Sebbene sia più rilevante per le importazioni, la dichiarazione gioca un ruolo nella determinazione dei dazi e dell’IVA. Per le esportazioni, l’articolo 8 del DPR 633 del 1972 prevede che le fatture di esportazione non siano imponibili.
- Funzione statistica: Il valore statistico delle dichiarazioni doganali aiuta nella raccolta di dati economici, che sono fondamentali per definire le politiche commerciali ed economiche.
Responsabilità legale e conformità
La presentazione di una dichiarazione doganale non è solo un compito amministrativo. La persona o l’azienda che presenta la dichiarazione si assume la responsabilità dell’accuratezza e della completezza delle informazioni fornite. L’articolo 15 del CDU sottolinea che l’accuratezza della dichiarazione doganale è essenziale e che dati errati o incompleti possono portare a sanzioni.
L’esportatore deve garantire che tutte le informazioni fornite nella dichiarazione siano corrette. Inoltre, gli agenti doganali, che spesso presentano dichiarazioni per conto delle imprese, hanno la responsabilità di verificare l’autenticità e la completezza dei documenti giustificativi.
Considerazioni speciali per le procedure di esportazione
Quando si esportano merci, è necessario considerare alcune procedure e concetti:
Dichiarazione di esportazione (DAE) Il documento di accompagnamento all’esportazione (DAE) è una parte essenziale del processo di esportazione. Viene utilizzato per tracciare il movimento delle merci fuori dall’Unione Europea (UE).
Uscita dal visto Per un’azienda esportatrice è necessario ottenere una fattura di esportazione con un visto di uscita per confermare che le merci hanno lasciato l’UE.
Campo TR (10000) Si tratta del regime di esportazione definitivo per le merci che lasciano l’UE, fondamentale per lo sdoganamento.
L’impatto delle dichiarazioni doganali sul commercio
Le dichiarazioni doganali hanno un impatto non solo sulle imprese coinvolte, ma anche sulle economie nazionali e sulle politiche commerciali internazionali. Come accennato, i dati di queste dichiarazioni contribuiscono ai rapporti economici e all’elaborazione delle politiche sia a livello nazionale che comunitario.
Le procedure doganali sono parte integrante del commercio globale e comportano dichiarazioni dettagliate e un rigoroso rispetto delle formalità doganali. Sia che esportino o importino, le aziende devono garantire di fornire informazioni accurate, complete e conformi per evitare complicazioni legali e finanziarie. La dichiarazione doganale non serve solo come requisito legale ma anche come strumento fondamentale per mantenere il regolare flusso del commercio internazionale.
Controllo dei flussi commerciali e azioni di protezione
I flussi commerciali sono regolati attraverso misure come i dazi antidumping, che consentono ai governi di attuare azioni protettive. Un aspetto significativo di questo regolamento è la dichiarazione doganale, che non svolge solo una funzione fiscale ma dimostra anche il rispetto di vari standard internazionali.
Dichiarazione doganale e funzioni non fiscali
Nel corso del tempo, il ruolo delle dogane si è evoluto. I funzionari doganali non sono più solo responsabili della riscossione dei dazi di importazione o esportazione, ma hanno ora il compito di verificare la conformità alle normative internazionali come quelle della Convenzione di Washington.
Queste normative garantiscono che le merci non violino le tutele ambientali, ad esempio non contengano determinati materiali vietati (ad esempio peli di cane o gatto) o non causino danni allo strato di ozono.
Campo 44 e Dichiarazione di libera esportazione
Quando un’azienda esporta merci, deve compilare Campo 44 della dichiarazione doganale per indicare se le merci sono conformi alle varie normative internazionali. Codici come Y900 O Y922 vengono inseriti in questo campo per dichiarare che le merci non sono soggette a restrizioni come la Convenzione di Washington. Tuttavia, gli agenti doganali possono farlo solo dopo aver ricevuto un dichiarazione di libera esportazione dalla società esportatrice.
Responsabilità dell’esportatore
Tale dichiarazione dovrà essere sottoscritta da persona legittimata a farlo, ad esempio il legale rappresentante della società. È fondamentale assicurarsi che chi firma la dichiarazione sia autorizzato, cosa verificabile attraverso documentazione come la carta d’identità o il certificato della Camera di Commercio.
Gestione delle sanzioni all’esportazione
Secondo Articolo 7 del decreto legislativo 471 del 1997, chiunque fornisca informazioni errate riguardanti la quantità, la qualità o il valore delle merci nelle dichiarazioni doganali può essere soggetto a sanzioni. Tuttavia, nella pratica, queste sanzioni vengono applicate raramente.
Una volta completato il processo di esportazione, le aziende devono assicurarsi che la merce abbia effettivamente lasciato il paese Territorio doganale dell’Unione.
Ciò può essere verificato attraverso i sistemi di tracciabilità disponibili sul sito web dell’Agenzia delle Dogane. Se l’uscita delle merci viene confermata, l’azienda può fornire la prova dell’esportazione durante le ispezioni, garantendo che non sia dovuta l’IVA, poiché le merci sono state esportate fuori dal paese.
Problemi nel completamento del processo di esportazione
Occasionalmente potrebbero verificarsi piccole discrepanze, come numeri di targa del veicolo errati, che possono ritardare la conferma dell’uscita. Sebbene questi problemi minori di solito non incidano sul processo di esportazione, le aziende devono agire se l’esportazione rimane in sospeso dopo 90 giorni. In questi casi, è fondamentale risolvere il problema in tempo per evitare potenziali complicazioni.
Gestione dei ritardi nella conferma di uscita
Nelle situazioni in cui le merci hanno lasciato il territorio doganale, ma il visto di uscita non è stato confermato a causa di problemi tecnici, le aziende possono presentare una richiesta richiesta visto amministrativo. Questo processo prevede l’invio di una dichiarazione e di documenti giustificativi come ricevute di trasporto o conferme di pagamento per verificare manualmente l’uscita delle merci.
Quindi, tIl processo di dichiarazione doganale è complesso e coinvolge vari livelli di conformità oltre alla riscossione delle imposte. Le aziende esportatrici devono garantire documentazione e verifica adeguate per evitare ritardi o sanzioni, in particolare con accordi internazionali e normative IVA.
Gestione delle scadenze non rispettate nella presentazione dei visti di esportazione
Quando un esportatore non riesce a presentare la domanda di visto amministrativo entro il periodo di tempo richiesto, ciò può portare a complicazioni. Nello specifico, se sono trascorsi 90 giorni dall’accettazione della fattura, è necessario agire immediatamente per evitare sanzioni.
Azioni da intraprendere se non si rispetta la scadenza di 90 giorni
Se l’esportatore non agisce entro i primi 90 giorni dall’accettazione della fattura, dovrà emettere una Nota di debito IVA entro i successivi 30 giorni. Ciò è necessario perché la fattura, essendo non imponibile ai sensi dell’articolo 8, non è soggetta a IVA. Tuttavia, senza il visto di uscita doganale, le autorità fiscali possono contestare l’assenza di IVA in fattura.
Emissione di una nota di addebito IVA
L’emissione della nota di debito IVA garantisce che, anche senza la fattura doganale o il visto di uscita, la fattura non venga contestata dal punto di vista dell’IVA. Se, dopo l’emissione della nota di debito, l’esportatore riesce a recuperare la dichiarazione doganale e il visto di uscita, l’IVA può ancora essere recuperata.
Considerazioni legislative
Secondo Delibera Agenzia delle Entrate n.98, entro i 30 giorni successivi al termine iniziale di 90 giorni, le società possono emettere una nota di debito IVA per risolvere questioni a fini fiscali. Se ciò non viene fatto, Articolo 7 del D.Lgs. 471/97 entra in gioco, che prevede sanzioni per chi non dispone della documentazione di esportazione adeguata.
Sanzioni per documentazione di esportazione mancante
Se un esportatore non presenta la fattura di esportazione corretta e la merce non parte entro il tempo stabilito (90 giorni), l’azienda può incorrere in sanzioni che vanno dal 50% al 100% dell’importo dell’imposta. Tuttavia, Risoluzione 98 concede un periodo di grazia di 30 giorni per emettere una nota di debito IVA, evitando tali sanzioni se l’imposta viene pagata durante tale periodo.
Documentazione doganale e visto amministrativo
Sebbene la questione dell’IVA possa essere risolta con la nota di debito, ciò non risolve il problema della documentazione doganale. L’azienda deve ancora ottenere il visto amministrativo e risolvere gli aspetti doganali della transazione.
L’importanza di una dichiarazione doganale per gli esportatori
Passiamo ad un altro aspetto importante: la nota doganale di esportazione può offrire alcuni vantaggi, soprattutto per gli esportatori che richiedono rimborsi. Tuttavia, ciò è possibile solo se dichiarazione doganale è compilato correttamente.
Il ruolo degli agenti doganali
È qui che la competenza degli agenti doganali diventa cruciale. Gli agenti doganali sono responsabili della corretta compilazione della dichiarazione di esportazione in modo che l’esportatore possa beneficiare dei rimborsi disponibili. Devono esserne consapevoli codici nazionali (come quelli forniti da Circolare 45D del 2006) che devono essere incluse nella dichiarazione doganale.
Campo 37 e codici nazionali
Nella dichiarazione di esportazione, Campo 37 viene utilizzato per i regimi doganali e le esportazioni, il codice è 10000. Ulteriori codici nazionali (es 003 O 004) vanno aggiunti a seconda dei casi. Ad esempio, Codice 003 viene utilizzato per le esportazioni che comportano la restituzione dei dazi su prodotti non agricoli.
Casi specifici di esportazione e opportunità di rimborso
Quando si esportano prodotti specifici come lavori in ferro-acciaio o prodotti elencati di seguito Legge 639 del 1964, ci sono opportunità di rimborso. Se un prodotto di origine italiana non preferenziale viene esportato in un Paese terzo e rientra nei requisiti di questa legge, l’esportatore può richiedere un rimborso. Per fare questo, Codice 002 deve essere indicato nel campo 37 della dichiarazione doganale e il rimborso deve essere richiesto Campo 44.
IVA e procedure di rimborso
Per i prodotti che rientrano in queste categorie, come gli oli lubrificanti (che sono soggetti a tasse di consumo), l’esportatore può richiedere un rimborso se il prodotto viene esportato in un paese terzo. Questo perché l’imposta è destinata ai prodotti utilizzati all’interno del territorio nazionale ed esportarli significa che non rientrano nell’imposta sui consumi.
Sfide con il nuovo sistema di fattura di esportazione
Nel nuovo sistema di fatture di esportazione non esiste una casella dedicata ai regimi nazionali, il che solleva preoccupazioni su come verranno richiesti i rimborsi nell’ambito del processo aggiornato. Al momento, la questione rimane irrisolta a livello di agenzia doganale e gli esportatori devono continuare a utilizzare le vecchie rotte finché l’agenzia non fornirà ulteriori istruzioni.
Esempio: Esportazione e rimborsi di gru
Un esempio di ciò potrebbe essere l’esportazione di a gru, che contiene olio lubrificante. In questo caso, entrambi Codice 002 E Codice 004 dovrebbe essere utilizzato nella dichiarazione doganale per richiedere il rimborso dei componenti della gru e dell’olio lubrificante in essa contenuto.
Requisiti della documentazione tecnica
Quando si richiedono rimborsi per esportazioni che coinvolgono macchinari come gru, documentazione tecnica (come il scheda tecnica) deve essere presentato, indicando la quantità di olio contenuto nel macchinario.
Accordi internazionali e tariffe di rimborso
Le tariffe per i rimborsi dipendono anche dal fatto che la merce venga esportata verso paesi che hanno accordi con l’Italia. Alcuni accordi possono includere il Nessuna regola di svantaggio, che influisce sull’applicazione di tassi di rimborso completi o ridotti. Dettagli su questo possono essere trovati in varie fonti, tra cui Agente doganale n. 4 del 2016.
Garantendo la documentazione corretta, azioni tempestive e un utilizzo corretto del codice, gli esportatori possono evitare sanzioni e beneficiare di rimborsi, il che, in ultima analisi, contribuisce a rendere più agevoli le operazioni commerciali internazionali.
Annullamento e rettifica fatture di esportazione
In continuazione della nostra discussione precedente, esploriamo ora il processo di cancellazione e rettifica per le fatture di esportazione. Queste azioni sono importanti in scenari specifici in cui le dichiarazioni doganali devono essere corrette a causa di errori o circostanze fuori controllo.
Quando si tratta di annullare le fatture di esportazione, due articoli chiave del Codice doganale dell’Unione (UCC) forniscono indicazioni.
Articolo 174 CDU
Sotto Articolo 174 del CDU, una dichiarazione doganale può essere invalidata su richiesta del dichiarante prima dello svincolo delle merci. Ciò è applicabile quando:
- Le autorità doganali sono convinte che le merci saranno sottoposte ad un altro regime doganale.
- Il vincolo delle merci al regime doganale non è giustificato a causa di circostanze particolari.
Sebbene questa disposizione esista, non è comunemente utilizzata. Più spesso si verificano cancellazioni dopo lo svincolo della merce.
Articolo 148 RD 2015
Per le fatture di esportazione già rilasciate, Articolo 148 del Regolamento Delegato 2015 (RD 2446) ne consente la cancellazione su richiesta motivata del dichiarante. Nello specifico:
- Se la merce è stata dichiarata per l’esportazione ma non ha lasciato il territorio doganale, è possibile richiederne l’annullamento.
Questo articolo sottolinea il diritto del dichiarante di richiedere l’annullamento della fattura di esportazione quando giustificato, spesso a causa di errori umani nelle molteplici dichiarazioni doganali.
Esempio di cancellazione nella vita reale
Nella pratica accade spesso che un esportatore dichiari erroneamente la stessa merce in due diverse dichiarazioni doganali. Ad esempio:
- Un esportatore fornisce istruzioni per una fattura di esportazione.
- La merce viene spedita, ma il consolidatore crea erroneamente un secondo documento doganale.
- L’esportatore dovrà poi richiedere l’annullamento di una delle fatture.
In questo caso, Articolo 148, comma 4, lettera C viene invocato l’annullamento in quanto la merce risultava erroneamente dichiarata in più documenti doganali. Viene fornita la prova di questo errore, ad esempio l’altro documento doganale con un visto di uscita.
Quando si presenta una richiesta di cancellazione, è importante mantenere la professionalità:
- Facendo riferimento all’articolo corretto (es Articolo 148) e il paragrafo che ne supporta la cancellazione.
- Fornire tutti i documenti rilevanti, come il documento doganale con il visto di uscita, per giustificare la richiesta.
Come professionisti, le nostre proposte dovrebbero essere sempre ben preparate, con riferimenti adeguati ai codici e ai regolamenti doganali applicabili.
Rettifica delle dichiarazioni doganali
Passando alla rettifica delle dichiarazioni doganali, questo processo è altrettanto essenziale e regolato da norme diverse.
Articolo 173 dell’UCC sottolinea che:
- Su richiesta del dichiarante è possibile apportare modifiche a una dichiarazione doganale dopo l’accettazione ma prima dello svincolo delle merci (paragrafo 1).
- Possono essere autorizzate modifiche anche successivamente allo svincolo dei beni, entro 3 anni dalla data di accettazione, per consentire al dichiarante di adempiere agli obblighi (comma 3).
Questo articolo fornisce i tempi e la procedura per apportare modifiche a una dichiarazione doganale anche dopo lo svincolo delle merci.
È fondamentale rispettare i termini previsti dall’art Articolo 173. Ad esempio, se hai a che fare con una dichiarazione doganale del 2019 e ora sei nel 2024, non puoi presentare una richiesta di rettifica, poiché è trascorso il limite di tempo di 3 anni.
Esportazione congiunta vs. esportazione triangolare
Esportazione congiunta
Nell’esportazione congiunta è essenziale rappresentare con precisione il valore delle merci nella fattura doganale. Questo valore non è semplicemente la somma delle fatture dei singoli contributori ma comprende sia la fattura olandese, che rappresenta il costo iniziale della merce, sia la fattura italiana, che copre eventuali modifiche apportate alla merce.
Per garantire un reporting accurato, utilizzando il codice 9 nel sistema viene visualizzata una finestra per l’inserimento dei codici Ori e dei valori delle fatture di entrambi i cedenti. Il valore indicato nella casella 22 dovrebbe essere la somma totale di entrambe le fatture. Inoltre, il campo 44 dovrebbe includere il codice Ori dello speditore.
Attualmente vi è una certa incertezza su come dovrebbero essere dichiarate le esportazioni congiunte
ed con l’introduzione di nuove rotte. Gli aggiornamenti su questo argomento sono disponibili sul sito web dell’Agenzia delle dogane nella sezione Riprogettazione delle esportazioni e Registri delle modifiche. Si prevede che un incontro previsto per il 16 febbraio fornirà ulteriore chiarezza su queste nuove rotte e sulle loro implicazioni per le esportazioni congiunte.
Differenziare l’esportazione congiunta dall’esportazione triangolare
Esportazione congiunta
L’esportazione congiunta coinvolge due entità che contribuiscono al prodotto finale. Entrambe le entità sono responsabili della fatturazione all’acquirente straniero. In questo processo, le merci passano dal primo cedente al secondo, ed entrambe le entità sono coinvolte nel processo di esportazione.
Esportazione triangolare
L’esportazione triangolare prevede un primo cedente, un secondo cedente e un acquirente extra-UE. In questo caso, il primo cedente fattura al secondo cedente, che a sua volta fattura all’acquirente finale. Le merci vengono trasferite direttamente dal primo cedente all’acquirente extra-UE, bypassando il possesso del secondo cedente.
La differenza fondamentale tra l’esportazione congiunta e l’esportazione triangolare è che, nell’esportazione triangolare, il secondo cedente non prende mai possesso della merce. Nell’esportazione congiunta entrambi i cedenti sono elencati nella documentazione doganale, mentre nell’esportazione triangolare il primo cedente è responsabile della gestione dell’esportazione e del trasporto.
Sviluppi recenti e circolari
Circolari e modifiche
Nel 2010 è stata aggiornata la normativa per consentire al secondo cedente di occuparsi del trasporto qualora ciò fosse chiaramente specificato nel contratto. Tuttavia, un aggiornamento del 2023 ha rafforzato il fatto che le operazioni triangolari richiedono il trasporto da parte del primo cedente. Questo regolamento sottolinea la necessità di termini contrattuali chiari per soddisfare i requisiti di esportazione.
Documentazione e approvazione
La Circolare 35 del 1997 stabilisce che la prova dell’esportazione deve includere un’annotazione sulla prima fattura di vendita. Le moderne pratiche hanno sostituito il vecchio sistema della “Copia Tre” con un visto di uscita che può essere allegato alla prima fattura di vendita. Il numero di riferimento del movimento (MRN) è ora essenziale per convalidare il visto di uscita.
Le pratiche di documentazione possono variare ed è importante rispettare i requisiti legali considerando anche le pratiche doganali locali. Alcune autorità doganali potrebbero richiedere ulteriore documentazione o approvazione, quindi rimanere informati sulle pratiche e normative più recenti è fondamentale.
Dichiarazioni di esportazione e procedure doganali
Nel contesto del commercio internazionale, è fondamentale comprendere le varie dichiarazioni di esportazione e le procedure doganali. Approfondiamo le specifiche delle dichiarazioni doganali, concentrandoci in particolare sulle dichiarazioni doganali scritte elettroniche e sui diversi percorsi di esportazione.
Le dichiarazioni doganali possono essere presentate in forma scritta o verbale. Le dichiarazioni scritte possono essere cartacee o elettroniche e possono essere classificate in forme normali o semplificate. Per il nostro focus, esamineremo la dichiarazione doganale scritta elettronica. Ciò comporta una versione informatizzata del regime doganale di esportazione.
Regime e rotte doganali di esportazione
Secondo il Regolamento di esecuzione 2447 del 2015, la rotta da utilizzare per l’esportazione dipende dalle specificità della spedizione. Per le dichiarazioni di esportazione nell’ambito del Regime 10, possiamo utilizzare diversi percorsi:
- Itinerario B1: Generalmente utilizzato per le esportazioni standard.
- Itinerario B4: Applicato alle spedizioni verso territori doganali fiscali, come le Isole Canarie.
In questa sezione ci concentreremo sul Percorso B1 e sui suoi recenti aggiornamenti rispetto alle procedure precedenti.
La transizione dalle vecchie alle nuove procedure doganali
In precedenza, il processo doganale prevedeva l’utilizzo di fatture e dichiarazioni tradizionali spesso definite “vecchie tracce”. Con il passaggio ai sistemi elettronici, la documentazione e i processi si sono evoluti.
L’attuale processo prevede la dichiarazione di una spedizione di esportazione con una fattura ESW (Electronic Single Window). La dichiarazione doganale, conosciuta come DAE (Documento di Accompagnamento Esportazione), è ora gestita elettronicamente.
Questo cambiamento fa parte degli sforzi in corso per modernizzare le procedure doganali, sebbene la transizione verso un nuovo sistema che utilizzi i codici QR per il tracciamento sia ancora in corso.
Per ora, il DAE rimane in uso. Tuttavia, i funzionari doganali potrebbero non essere ancora dotati degli strumenti per controllare i nuovi formati elettronici, rendendo necessario per il momento l’uso continuato del DAE.
Ripartizione delle dichiarazioni di esportazione
Quando si elabora una dichiarazione di esportazione utilizzando il percorso B1, la dichiarazione include diverse informazioni chiave:
- Tipo di percorso: Identificato come B1 per l’esportazione standard.
- Tipo di dichiarazione doganale: Contrassegnato come “ex” per le esportazioni al di fuori del territorio doganale dell’UE. Per territori speciali, come le Isole Canarie, viene invece utilizzato il codice “co”.
- Dichiarazione riepilogativa di uscita: Le dichiarazioni associate avranno un “2” nel campo Sicurezza se collegate ad un riepilogo di uscita; altrimenti sarà ‘0’.
Numero di riferimento locale (LRN)
L’LRN è un identificativo univoco assegnato a ciascuna dichiarazione dall’operatore doganale. Questo numero inizia con l’anno della dichiarazione ed è fondamentale per il tracciamento e l’elaborazione.
Ruoli nelle dichiarazioni doganali
Nel processo di dichiarazione doganale, è necessario comprendere diversi ruoli chiave:
- Esportatore: L’entità o l’individuo che esporta le merci.
- Dichiarante: La persona che presenta la dichiarazione, che potrebbe essere l’esportatore o un rappresentante designato.
- Rappresentante doganale: Definito dall’articolo 5.6 e dagli articoli 18 e 19, questo ruolo può essere diretto o indiretto.
Rappresentanza doganale diretta e indiretta
- Rappresentante doganale diretto: Agisce in nome e per conto dell’esportatore, diventando di fatto l’esportatore agli occhi delle dogane. Questo rappresentante deve avere un mandato scritto per dimostrare la propria autorità.
- Rappresentante doganale indiretto: Agisce in loro nome mentre rappresenta l’esportatore. Tale rappresentante si assume la responsabilità personale della dichiarazione.
Importanza di una corretta rappresentazione
Un rappresentante doganale diretto deve essere autorizzato e documentato, poiché questo ruolo è fondamentale per garantire la conformità e la responsabilità nel processo doganale. I rappresentanti devono conservare la documentazione adeguata per evitare problemi se le autorità doganali richiedono una prova di rappresentanza.
Rappresentanza diretta e indiretta nelle dichiarazioni doganali
Quando un esportatore emette una fattura e spedisce merci in un paese terzo, nel caso di rappresentanza diretta l’esportatore viene denominato dichiarante. In questo scenario, l’esportatore e il dichiarante condividono lo stesso numero di identificazione.
Ciò si riflette nel numero IVA del CAD (dichiarante autorizzato dalla dogana), utilizzato nella dichiarazione doganale. La circolare del 2016 specifica che gli AEO (operatori economici autorizzati), i CAD e i funzionari doganali agiscono come rappresentanti diretti per impostazione predefinita, da qui l’uso del codice “2” per la rappresentanza diretta.
Cambiamenti nei codici di rappresentanza
In precedenza, il codice “3” veniva utilizzato per i rappresentanti indiretti nelle dichiarazioni doganali. Questo codice è stato eliminato perché, nel caso di rappresentanza indiretta, la partita IVA del dichiarante riflette le generalità del rappresentante indiretto. È stata eliminata la necessità di un codice separato per la rappresentanza indiretta.
Responsabilità dei rappresentanti doganali
Esistono alcune incertezze giuridiche riguardo alle responsabilità dei rappresentanti doganali diretti, in particolare per quanto riguarda le misure e le sanzioni in materia di esportazione. Sebbene i rappresentanti doganali diretti generalmente non siano ritenuti responsabili per questioni relative a dazi o sanzioni, alcune autorità doganali lo contestano. Ci sarà un prossimo evento per chiarire queste responsabilità con un esperto legale.
Dettagli della dichiarazione e processo di esportazione
Nelle nuove dichiarazioni doganali sono richiesti ulteriori dettagli, tra cui:
- Valuta e tassi di cambio: Questi devono essere indicati nella dichiarazione.
- Ufficio di esportazione e uscita: Deve essere indicato l’ufficio doganale in cui viene effettuata la dichiarazione e da cui le merci lasciano il territorio doganale. Ad esempio la dogana di Ferrara per l’export e la dogana di Genova Voltri per l’uscita.
Informazioni e codici aggiuntivi
- Codice Identità: Il codice “00400” indica che il dichiarante e l’esportatore sono la stessa cosa nei casi di rappresentanza diretta.
- Condizioni di destinazione e consegna: I nuovi moduli di dichiarazione non utilizzano più suddivisioni per le condizioni di consegna. Richiedono invece di indicare direttamente il Paese di destinazione.
Dettagli di trasporto e transazione
Mezzi di trasporto
I moduli aggiornati ora richiedono informazioni più dettagliate sui mezzi di trasporto. Ad esempio, devono essere utilizzati i codici dei container, con il “10” specificamente indicato per le merci trasportate in container. Inoltre, devono essere inclusi i dettagli del trasporto, come i numeri di registrazione, i nomi delle navi o i numeri dei voli, a seconda della modalità di trasporto.
Natura della transazione
La natura delle operazioni deve essere descritta utilizzando codici specifici. Ad esempio, il codice “1” viene utilizzato per le vendite definitive, mentre il codice “2” viene utilizzato per i cambi o i resi. Questa codifica dettagliata aiuta a classificare accuratamente il tipo di transazione.
Gestione di casi speciali
Quando si tratta di quasi-esportazioni, che si verificano quando le merci vengono inizialmente immesse in libera pratica in uno Stato membro e poi spedite in un altro, dovrebbe essere applicato il codice “72”. Ad esempio, se le merci vengono importate in Italia e successivamente spedite in un altro Paese dell’UE, questo codice è necessario. In caso di riparazione, sia che la transazione sia a pagamento o gratuita, per la merce spedita all’estero per la riparazione è necessario utilizzare il codice transazione “99”.
Paese di origine
Le nuove dichiarazioni richiedono ora l’indicazione del Paese di origine delle merci, dettaglio che nelle dichiarazioni precedenti non era richiesto. Questa modifica garantisce che l’origine delle merci sia documentata.
Documenti e stato doganale
I documenti T2L e T2LF sono essenziali per confermare la posizione doganale delle merci unionali. Questi documenti servono a dimostrare che le merci sono state interamente ottenute nell’UE o sono state importate e immesse in libera pratica all’interno dell’UE.
Conclusione
INcomprendere le procedure doganali è essenziale per un commercio internazionale efficace. Sapere come correggere le dichiarazioni, differenziare i tipi di esportazione e tenere il passo con i cambiamenti normativi aiuta a evitare errori e migliora l’efficienza. Rimanere informati è fondamentale per mantenere pratiche commerciali fluide e conformi.